L’antico nome del luogo è Terra de le Speneta come si evince dai capitoli di Spinete contenuti nel capitolato conservato presso l’archivio storico comunale e sotto la tutela della Soprintendenza Archivistica per il Molise – Ministero per i Beni e le Attività Culturali.
Si tratta di un fascicolo pergamenaceo manoscritto in latino, italiano e dialetto che contiene ventisei richieste e suppliche da parte del popolo al fine di ottenere maggiori diritti e di limitare il potere della signoria feudale: i capitoli, appunto, concessi alla comunità dal feudatario nel 1523 e riconfermati nel 1526.
Si tratta di un fascicolo pergamenaceo manoscritto in latino, italiano e dialetto che contiene ventisei richieste e suppliche da parte del popolo al fine di ottenere maggiori diritti e di limitare il potere della signoria feudale: i capitoli, appunto, concessi alla comunità dal feudatario nel 1523 e riconfermati nel 1526.
L’imperatore Carlo V d’Asburgo e sua madre Giovanna concedevano benevolmente ai sudditi il regio assenso ai capitoli presentati con deferenza dall’universitas – che rappresentava tutti i cittadini del paese – e già precedentemente approvati dal signore feudatario Luigi Alfonso Trosso. Le universitas costituivano una prima embrionale istituzione della municipalità; ancora legate al feudalesimo, ne frenavano, tuttavia, gli abusi ed i soprusi. Le universitas amministravano i beni demaniali, beni non appartenenti ai feudatari ma al re, riscuotevano le gabelle del vino, del pane, della carne; davano disposizioni sul pascolo, sul commercio e su tutto quello che riguardava la vita del paese. I capi delle universitas erano eletti dalla popolazione, ma più in teoria che in pratica, poiché le elezioni, alle quali partecipavano ben pochi cittadini, avvenivano sotto la pressione dei feudatari e i sindaci facevano gli interessi di questi ultimi.
In questo clima sociale ed in assenza di una legge regia che limitasse i poteri dei feudatari e dei suoi rappresentanti, si inserivano i capitolati, molto diffusi nelle province meridionali: si trattava di speciali accordi o contratti scritti tra i feudatari prepotenti e i cittadini che cercavano di reagire, rivendicando diritti, o meglio “meno soprusi”. Venivano chiamati capitolati perché divisi in vari capitoli o parti.
La supplica dei cittadini era anche l’occasione per sottolineare le irregolarità commesse dalla famiglia feudale che aveva occupato terreni in precedenza a disposizione dell’universitas per pascolare, legnare, coltivare e raccogliere frutti. Nel documento storico troviamo richieste che riguardano i bisogni economici di base ed altre relative alla vita quotidiana e sociale. Ogni capitolo è accettato dal feudatario con la formula del Placet, inserita al termine di ogni richiesta avanzata dalla comunità.
a lato alcuni particolari del documento
1 l’intestazione imperiale
2 la formula dell’incipit di ogni capitolo con le richieste dei cittadini e il Placet finale che approva.
3 chiusa del documento con la data