SAN PIETRO

Qui la “Porta Sud” chiudeva dentro le antiche mura quel lungo grappolo di case a schiera che è ancora oggi il centro di Spinete. Il quartiere è dominato dalla chiesa di San Pietro, è caratterizzato da numerosi vicoli e vicoletti e da un rione in basso di vecchie case rurali, “li stiallucc” (piccole stalle), dove abitavano tanti contadini prima che “sciamassero” per le campagne e creassero le borgate.  Secondo la denominazione popolare ancora si usa dire “cap abball” (in basso) per indicare, appunto, questa zona più bassa del borgo. Si sviluppò inizialmente intorno all’antica chiesa di San Sebastiano e, ancora oggi, ne porta il nome con la via e il largo dedicati al santo. La chiesa è andata distrutta probabilmente in seguito ai violenti terremoti che storicamente si sono verificati in Molise. Secondo il Catalogo delle sacre visite, custodito dall’archivio della curia vescovile di Campobasso-Bojano ed interamente redatto in latino, il vescovo di Bojano e Sepino Ottavio Garzadoro nei giorni 18 19 e 20 ottobre 1623 visitò le chiese di Spinete. Il Catalogo contiene resoconti precisi e veritieri, secondo gli esperti, delle chiese intra moenia ed extra moenia. Nel caso di Spinete però tali resoconti si riferiscono soltanto alle due chiese parrocchiali dentro le mura: la chiesa arcipretale Santa Maria Assunta e la chiesa di San Pietro. Quest’ultima è citata anche in un rilevante documento conservato presso gli archivi vaticani che porta la data del 1309 e che ne testimonia l’antichità: si tratta delle decime che in quell’anno le chiese delle diocesi di Bojano dovevano pagare al loro vescovo. Le altre chiese, fuori le mura, vengono soltanto citate nel Catalogo e fra queste anche la chiesa di San Sebastiano.
L’antica cinta muraria doveva perciò terminare con la “Porta Sud” in basso, oggi largo San Sebastiano e con la “Porta da Capo” in alto, il cui arco è rimasto fino a noi e si affaccia su largo Fontana. Le mura sono state distrutte dal terribile terremoto del 26 luglio 1805. Le altre chiese fuori le mura citate nel catalogo delle sacre visite sono San Giovanni, esistente ancora oggi nell’omonima borgata, e San Rocco. Quest’ultima fu dedicata alla Madonna del Carmine dopo che l’antica chiesa in vico Carmine, dietro la casa comunale, andò distrutta a causa di un terremoto all’inizio del ventesimo secolo.

Ultimo aggiornamento: 19/10/2023

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